martedì 3 settembre 2013

OSHO


Perché alcune persone soffrono più di altre?

Il dolore psicologico può essere dissolto, anzi solo il dolore psicologico può essere dissolto. L'altro tipo di dolore, quello fisico, fa parte della vita e della morte; non c'è modo di eliminarlo. Ma non è mai un problema. Hai notato? Il problema nasce solo quando ci pensi. Se pensi alla vecchiaia inizi ad aver paura, ma i vecchi non tremano. Se pensi alla malattia inizi ad aver paura, ma quando la malattia si è già affermata, la paura non c'è più, non c'è alcun problema. Si accetta come fatto.
Il problema vero è sempre psicologico. Il dolore fisico fa parte della vita. Quando ci pensi, non è più dolore fisico, è diventato psicologico. Pensi alla morte: hai paura. Ma quando la morte accade sul serio, la paura non c'è più. La paura riguarda sempre qualcosa nel futuro, non esiste mai nel momento presente. Se stai andando in guerra, al fronte, avrai paura, sarai estremamente apprensivo. Tremerai, non riuscirai a dormire, sarai tormentato dagli incubi. Ma quando sarai arrivato al fronte - chiedi pure ai soldati - una volta che sei lì, te ne dimentichi completamente. I proiettili ti sfiorano e tu ti godi il tuo pranzo; cadono le bombe e tu giochi a carte.
Puoi chiedere a Gurudayal. Lui è stato in guerra, è stato al fronte, è stato un soldato. Lui lo sa: la paura è sempre per il futuro. Il problema non è fisico, la paura esiste nella tua psicologia. Quando il dolore è immediato, fisico, non c'è alcun problema. La realtà non è mai un problema; sono solo le idee sulla realtà che creano il problema.
Quindi la prima cosa da comprendere è che se puoi dissolvere il dolore psicologico, non ci sono più problemi. Inizi a vivere nel momento. "Psicologico" vuol dire che appartiene al passato, al futuro, mai al presente. La mente non esiste mai nel presente. Nel presente esiste la realtà, non la mente. La mente esiste nel passato e nel futuro, ma nel passato e nel futuro la realtà non esiste. In effetti, la mente e la realtà non si incontrano mai, l'una non ha mai visto il volto dell'altra. La realtà resta ignota alla mente, e la mente resta ignota alla realtà.
Il dolore fisico rimarrà, ma insisto ancora che questo non è mai stato un problema per nessuno. Se ti rompi una gamba, è rotta. Non è un problema. Il problema sorge solo nell'immaginazione: "Come farò, con una gamba rotta? Come potrò evitarlo un'altra volta, come potrò comportarmi in modo che la gamba non si rompa più?"
Ma se hai paura di fatti di questo genere, non potrai più vivere perché le gambe si possono sempre rompere e così anche il collo, potresti diventare cieco... Tutto è possibile, milioni di cose. Se questi problemi diventano un'ossessione, ed è una possibilità reale...
Non dico che non è possibile; tutto è possibile. Tutto ciò che è successo a un altro essere umano, in qualsiasi momento, può succedere anche a te. Puoi avere il cancro o la tubercolosi o puoi morire: tutto è possibile. L'essere umano è vulnerabile. Puoi andare per strada ed essere investito da una macchina. Ma non dico che non devi andare per strada. Puoi anche essere seduto in una stanza e ti cade il tetto sulla testa. Non c'è modo di essere perfettamente e totalmente al sicuro. Puoi essere sdraiato sul tuo letto, ma lo sai che il novantasette per cento della gente muore nel suo letto? È il posto più pericoloso che ci sia! Evitalo il più possibile; non andare mai a letto. Il novantasette per cento della gente muore nel suo letto. Persino viaggiare in aereo non è così pericoloso; stare a letto è più pericoloso. Ricorda poi, la maggior parte della gente muore di notte... quindi continua a tremare. A quel punto non sarai in grado di vivere affatto.
I problemi psicologici sono gli unici problemi. Puoi diventare paranoico, diviso, paralizzato dalla paura, ma questo non ha nulla a che fare con la realtà. Vedi un cieco che cammina benissimo per strada; la cecità in se stessa non è il problema. Vedi dei mendicanti - gli mancano le gambe o le mani, eppure ridono, fanno pettegolezzi tra di loro, parlano ancora di donne, fanno commenti, cantano una canzone.
Osserva la vita e vedrai che la vita non è mai un problema. L'uomo ha una capacità straordinaria di adattarsi alla situazione, ma non ne ha nessuna di adattarsi al futuro. Quando cerchi di proteggerti e di assicurarti un futuro, finisci nel caos, nel disordine. Cominci ad andare a pezzi. Ci sono milioni di problemi: problemi e problemi e ancora problemi. Non puoi nemmeno suicidarti, perché il veleno magari non è quello giusto.
Se hai paura, è solo a causa della tua psicologia. Bisogna intervenire sulla mente. Se mi comprendi bene, la meditazione non è altro che lo sforzo di osservare la realtà senza usare la mente, perché questo è l'unico modo di osservare la realtà. Se la mente è presente, essa distorce, corrompe. Lascia andare la mente e vedrai la realtà, diretta, immediata, faccia a faccia. E non ci sarà alcun problema. La realtà non ha mai creato problemi per nessuno. Io sono qui, tu sei qui, non vedo alcun problema. Se mi ammalo, sono ammalato. Cosa c'è da preoccuparsi? Perché fare tante storie? Se muoio, muoio.
Un problema richiede spazio: nel momento presente non c'è spazio. Le cose accadono, non c'è tempo per pensarci. Puoi pensare al passato perché c'è una distanza; puoi pensare al futuro, c'è una distanza. In realtà passato e futuro vengono creati proprio per avere lo spazio per preoccuparsi. Più spazio hai, più ti preoccupi. In India la gente si preoccupa più che in qualunque altro posto al mondo perché pensa: "La prossima vita... e poi... e poi" - all'infinito - "che accadrà nella prossima vita?" Una persona fa qualcosa e non pensa solo alle conseguenze del momento; ha uno spazio più grande. Come lo riempirà? Con ulteriori problemi. Preoccuparsi è un modo di riempire gli spazi vuoti del futuro.
La persona che mi ha posto la domanda dice: "Ho un'intuizione di come il dolore psicologico, esistenziale, sia creato dall'ego. Lo fai tu, quindi puoi anche disfarlo".
Una semplice comprensione intellettuale non ti sarà di aiuto; prima devi farlo. Fallo, e la domanda successiva svanirà. Fallo, e troverai che non rimarrà alcun problema. "Ma che mi dici del dolore fisico?" Il problema nasce a questo punto. Hai capito una cosa a livello intellettuale, ma non ha alcun senso. La domanda successiva porta immediatamente a galla la tua realtà: non hai compreso. È come quando un cieco va in giro a tentoni con il suo bastone: lo usa per trovare la sua strada. Poi gli diciamo: "È possibile curare i tuoi occhi, però devi abbandonare il tuo bastone, non ti serve più". Il cieco dirà: "Posso capire che una cura è possibile, ma come faccio a camminare senza il bastone?" Intellettualmente ha compreso che gli occhi possono essere curati, ma a livello esistenziale, esperienziale, non ha compreso affatto, altrimenti la domanda successiva non nascerebbe neanche.
A volte la gente viene da me e fa una domanda, e io dico: "Vai avanti, fai anche l'altra domanda". Perché la prima domanda potrebbe anche non mostrare la situazione reale; potrebbe mostrare solo la loro comprensione intellettuale. Ma con la domanda successiva vengono subito colti in fallo. Con la domanda successiva, andranno subito fuori strada. La prima parte della domanda è perfetta, ma la comprensione viene solo dalla mente. Non è ancora stata masticata bene e digerita. Non è diventata carne della tua carne, sangue del tuo sangue. Non è ancora parte integrante della tua esistenza. Altrimenti non potresti mai chiedere: "Che ne dici del dolore fisico?" La domanda stessa è psicologica. Il dolore fisico non è un problema: quando c'è, c'è; quando non c'è, non c'è.
Il problema nasce quando qualcosa non c'è e tu vuoi che ci sia, o quando qualcosa c'è e tu vorresti che non ci fosse. Un problema è sempre psicologico: "Perché questa cosa c'è?" È tutto un fenomeno psicologico. Chi è che conosce il perché? Non c'è nessuno che possa rispondere. Possono darti delle spiegazioni, ma non sono risposte autentiche. Le spiegazioni sono semplici. È molto semplice: il dolore esiste perché esiste il piacere. Il piacere non esiste senza il dolore.
Se vuoi una vita assolutamente priva di dolore, devi vivere una vita assolutamente priva di piacere. Arrivano insieme nella stessa confezione. In effetti non sono due cose; sono una cosa sola - non diversi, non separati - e non possono essere separati.
Ecco ciò che l'uomo ha fatto nel corso dei secoli: separare, in modo da avere tutti i piaceri possibili e nessun dolore; ma questo è impossibile. Più piaceri hai, più dolore sentirai. Più alta la vetta, più profonda sarà la valle vicina. Tu non vuoi le valli, ma desideri le vette più alte. Ma allora le vette non possono esistere; la loro esistenza va sempre di pari passo con le valli. La valle non è nient'altro che una situazione in cui diventa possibile l'esistenza di un picco. Picco e valle sono uniti insieme. Ma tu vuoi il piacere e non vuoi il dolore.
Per esempio, ami una donna o un uomo e, quando lei è con te, sei felice. Vorresti essere sempre felice quando lei è con te, ma non vuoi il dolore quando se ne va. Se sei veramente felice con una donna quando sei con lei, come puoi evitare il dolore della separazione quando se ne è andata, quando non c'è più? Ti mancherà, ne sentirai la mancanza. Questa mancanza diventa dolore. Se veramente non vuoi sentire dolore, dovresti evitare tutti i piaceri. In quel caso quando la donna è con te, non essere felice; resta triste, resta infelice, e così quando se ne andrà, non avrai alcun problema.
Se qualcuno ti saluta e sei felice, allora quando qualcuno ti insulta ti sentirai infelice. È un vecchio trucco, uno degli espedienti principali adottati dalle cosiddette persone religiose: se vuoi evitare il dolore, evita il piacere. Ma allora che senso ha? Se vuoi sfuggire alla morte, evita la vita, ma allora che senso ha tutto quanto? Sarai già morto. Sarai morto ancor prima di morire.
Se vuoi essere assolutamente al sicuro, vai a sdraiarti in una tomba e sarai perfettamente al sicuro. Non respirare, perché respirare è pericoloso... ci sono infezioni di ogni tipo... C'è pericolo, quindi non respirare, non muoverti... non vivere. Ucciditi, e non ci sarà più dolore. Ma tu vuoi tutto il piacere e nessun dolore. Ciò che chiedi è impossibile: vuoi che due e due non facciano quattro. Vuoi che facciano cinque o tre, o qualsiasi altra cosa, tranne quattro. Ma il risultato è proprio quattro.
Qualunque cosa tu faccia, in qualunque modo cerchi di illudere te stesso e gli altri, sarà sempre quattro. Dolore e piacere vanno insieme proprio come notte e giorno, nascita e morte, amore e morte. 

Osho

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