sabato 17 agosto 2013

essere vegetariani

Sai Baba dice che il primo passo verso la spiritualità è essere vegetariani

Sai_BabaLeggendo il libro “L’Animale Ritrovato”(Progetto Vivere Vegan Onlus) ho scoperto che Sai Baba dice che il primo passo verso la spiritualità è essere vegetariani. Credo sia una frase molto importante, vorrei chetutti i maestri spirituali la leggessero e ne mettessero in pratica il principio. Sarebbe un modo per avere delle capacità superiori in ciò che insegnano ed una forza maggiore anche in termini di interezza e coerenza. Ci sono rimasta male infatti quando ho letto che il Dalai Lama non è vegetariano, visto che in teoria dovrebbe diffondere ideali di rispetto, gentilezza e amicizia. Ho conosciuto persone che evitano scomodi sensi di colpa ringraziando per il pezzo di cadavere che hanno nel piatto, ma questo non cambia il fatto che dietro a quel pezzo di corpo senza vita ci sono sofferenza e morte.
Nel libro vengono riportate una serie di storie di animali che fanno riflettere. Mi ha colpito la storia dell’oca con una gamba paralizzata: in una cascina viene chiamato un veterinario, non per lei (l’oca) ma per un bovino, e una donna della casa chiede aiuto all’uomo per la zampa dell’oca. Il veterinario riesce a curarla e da quel giorno l’oca ogni volta che lo vede lo aggredisce perché si ricorda dell’iniezione che probabilmente le aveva provocato un certo dolore. Quell’animale aveva un suo carattere e una sua personalità. L’uomo non era ancora vegetariano, ma il giorno in cui la signora della casa gli diede la coscia di quell’oca, lui non riuscì a mangiarla perché in qualche modo si era affezionato a lei, lei che ogni volta che lui andava lì per altri motivi, si allontanava dalle altre oche e andava verso di lui.
Cito un paragrafo del libro che secondo me è molto toccante e parla di una maialina  che è stata scartata dal mercato del bestiame per una zampa difettosa e poi… qualcuno capace di ascoltare il cuore l’ha salvata :
“Hope (speranza) era solo un cucciolo, aveva appena due mesi. Mi ricordo quant’era spaventata e come cercava di scappare freneticamente, quando ci avvicinammo a lei. Gli umani l’avevano solo presa a calci, strattonata e infine abbandonata. Gene e io le parlammo gentilmente e le avvolgemmo una coperta attorno al corpicino tremante. Si lasciò sfuggire un piccolo grugnito quando la prendemmo in braccio e la sistemammo tra le mie braccia come se l’avessimo conosciuta da sempre”.

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