Usa: lo spettro del default, l”apocalisse’ sarebbe l’1 novembre
ESTERI, NEWSott 5, 2013
5 ott – A parole democratici e repubblicani sembrano essere d’accordo, nessuno vuole che l’America vada in default. Ma, di fronte al prolungarsi ormai da cinque giorni dello shutdown, senza alcun reale segnale di accordo, ci si prepara allo scenario peggiore, e piu’ inquietante non solo per gli Stati Uniti, che si arrivi cioe’ alla scadenza del 17 ottobre senza che il Congresso abbia approvato l’aumento del tetto del debito esponendo l’America ad un default che potrebbe provocare una recessione peggiore di quella del 2008, come ha detto il segretario al Tesoro, Jack Lew.
”Votate e finitela con questa farsa, lo ‘shutdown’ deve finire ora”. E’ un Obama sempre più preoccupato delle sorti della nazione, esasperato dal confronto con i repubblicani, quello che si rivolge a milioni di americani, molti dei quali stanno pagando in prima persona la chiusura forzata di alcune attività federali. Per tutte quelle persone, nel suo discorso settimanale, il presidente chiede con forza il voto dei repubblicani che controllano la Camera per licenziare quanto prima un bilancio e ricominciare a finanziare i programmi del governo.
”In pochi giorni – riferisce – ho ricevuto oltre 30mila lettere, molte di queste strazianti, di cittadini che stanno sperimentando sulla loro pelle i danni reali causati da questa situazione”.
”I repubblicani alla Camera – continua, dopo averne lette alcune – hanno scelto di chiudere un governo che non gradiscono, per via di una legge (l’Obamacare) che non gradiscono”. E insistendo ancora sulla sua indisponibilità a ”pagare riscatti”, in cambio dell’aumento del tetto del debito, ”per quanto sciagurato sia uno shutdown del governo – ammonisce Obama – uno shutdown dell’economia, a seguito del default, sarebbe drammaticamente peggio”.
Uno degli effetti dello shutdown è stata la scomparsa degli annunci da parte del Pentagono degli appalti assegnati. “Durante lo shutdown non possiamo pubblicamente annunciare i contratti”, ha dichiarato un portavoce del Pentagono, precisando che alla fine dello shutdown saranno resi noti tutti gli appalti e le cifre finora non comunicati.
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